la nostra icona
La Nostra Icona, la Driade
Nel cuore dei boschi, nei luoghi selvaggi, presso alcune fonti, all’ombra di vecchi alberi, un tempo si potevano scorgere intente a ballare in una radura, donne vestite di bianco, dotate di bellezza sovrumana e così luminose che guardandole in viso si sarebbe creduto di vedere una luce attraverso una lanterna.
Nella mitologia classica, venivano chiamate Ninfe, le divinità femminili che popolavano ogni parte del mondo naturale, dagli alberi alle montagne, dal mare alle sorgenti, mentre le Driadi, forze animatrici della natura, dimoravano per tutta la vita negli alberi con i quali venivano alla luce.
Nell’iconografia delle pitture vascolari greche, la Driade appare sempre come una figura femminile giovane e panneggiata, un’immagine onirica che ha danzato nel tempo, fino ad arrivare intatta nell’immaginazione recondita della nostra memoria, che si è tramutata in arte.
La ballerina Mlle Ançion, filmata nel 1896 da Max Skladanowsky e Annabelle Whitford Moore ripresa dal cinescopio di Edison, furono le prime donne protagoniste degli esperimenti cinematografici di fine ‘800 che ritraevano spesso delle giovani danzatrici illuminate e ricoperte di veli.
Negli anni ’20 la danzatrice e attrice teatrale Loïe Fuller, farà di questa danza ipnotica la sua fortuna, divenendo la pioniera degli spettacoli basati sui movimenti del corpo in relazione alla luce.
L’immagine della Driade in simbiosi con la natura, si trasforma così nei secoli, da divinità a diva cinematografica, da donna ad angelo.
La nostra Driade, abitatrice dei Pini e delle Querce, incarna la bellezza, la metamorfosi, la magia e la caducità del territorio in cui dimora: la Sila Greca.
Loïe Fuller, 1910
«lo spirito silenzioso che abita nella penombra dei boschi e che si avventura non visto tra i campi aperti, gli era apparso improvvisamente come una driade»
(Oscar Wilde, Il Ritratto di Dorian Gray)